La nostra storia
La nostra storia
Solo a poche centinaia di metri dalla Casa Bianca, a Washington, lungo il marciapiedi della 15th Street diretti a Costitution Avenue, il viale dei musei, incuriosisce dover camminare su una serie di medaglioni di bronzo, incastonati nell’asfalto, che raffigurano illustri personaggi de/la storia americana. Ti sposti istintivamente per non calpestare le effigi. Mentre li scorri con lo sguardo uno dopo l’altro tu, rotariano, non puoi trattenere un moto di orgogliosa sorpresa quando impatti nel busto di Paul Percy Harris, il fondatore del Rotary.
Harris, cresciuto in una piccola città del Vermont, dopa diverse esperienze professionali e dopa aver appagato una forte pulsione di conoscenza attraverso una lunga peregrinazione negli Stati Uniti e in Europa, si è fermato a Chicago dove si è stabilito e ha iniziato a praticare l’attività di avvocato. La confusione della grande città, il senso di solitudine che spesso ne deriva e che lui ha avvertito e sofferto nell’intimo, gli hanno fatto crescere il forte desiderio di ricreare quello spirito di comunità, di familiarità di cui aveva goduto in giovinezza.
A tre amici, in un gelido pomeriggio del febbraio 1905, ha illustrato il suo “progetto molto semplice di cooperazione reciproca e amicizia informale… Essi accettarono il mio progetto”.
Così è nato il Rotary. “I have a dream” e, forse, “I care”, avrà pensato Harry, e il suo sogno lo ha concepito, realizzato e sviluppato attraverso un impegno, una tenacia, una visione e originalità che ancor oggi hanno del sorprendente.
Quattro giovanotti legati da profonda amicizia e disponibilità hanno creato la prima tra le associazioni di club di servizio, associazione che attualmente conta trentacinquemila club diffusi in 220 Paesi, con oltre un milione e duecentomila soci, uomini e donne esponenti delle più svariate attività professionali impegnati nel servire la società in quel nobile tentativo – come lo ha definito Indro MontanelIi – di migliorare il mondo.
In Italia, prima nell’Europacontinentale, il Rotary prende campo a Milano nel novembre del 1923, al Caffe Cova dove si sono ritrovati i venti soci fondatori.
Poco dopo si è costituito il Club di Trieste (nel marzo del ’24, a seguire Genova, Torino, Venezia, Roma, Napoli, Palermo…
Si presenta al proscenio con un incontro tra coloro che saranno i soci fondatori ii 3 luglio 1978. lngresso ufficiale nella grande famiglia rotariana il 13 novembre dello stesso anno: consegna della “Charta” da parte del governatore pro tempore Giovanni Giavazzi. Primo presidente Giuseppe Origoni, distaccato dal Milano Ovest.
Un anno, il 1978, che ha segnato la storia del Paese. Dal rapimento ed uccisione ad opera de/le Brigate rosse del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, alle dimissioni del Capo dello Stato Giovanni Leone, travolto dallo scandalo su presunte attività speculative, accuse dalle quali solo successivamente sarà prosciolto.
La nomina a Presidente della Repubblica del socialista Sandro Pertini. Quindi la morte di Papa Paolo VI e ii conclave che elegge Albino Luciani. Il Patriarca di Venezia assume il nome di Giovanni Paolo I: doloroso sconcerto tra i fedeli per il suo improvviso decesso dopo solo 33 giorni di papato.
Nel conclave che segue assurge al Soglio pontificio il cardinale polacco Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II.
In tutto questo bailamme e nato il nostro Club. Sono trascorsi quarant’anni da allora, ma il Rotary Club Milano Porta Vercellina non sembra dimostrare tanta età. Attraverso i progetti che ha portato a compimento, le partecipazioni di oratori di primissimo livello, le manifestazioni di cui è stato protagonista si è ritagliato un ruolo significativo tra i Club del Distretto e lungo questo percorso sta procedendo con impegno e dedizione.
Lo sforzo per mantenersi all’altezza della situazione è crescente – non solo in quanto rotariani – in una società in così rapida evoluzione, se non addirittura sulla soglia di drammatici cambiamenti epocali. Cambiamenti che stiamo vivendo, in qualche caso soffrendo, di fronte ai quali ci troviamo impreparati, appunto per la velocità, la quantità, la portata di tali fenomeni.
…lnsomma, ci attende una grandiosa sfida. Questa è la prospettiva che intravedo, con un briciolo di ottimismo, nella fiducia che le nuove generazioni – cui non dobbiamo lesinare il nostro aiuto – nonostante le legittime preoccupazioni, saranno in grado di superare le difficolta cui andranno incontro per costruirsi il loro futuro, anche se in una società meno agevole di quella in cui abbiamo avuto il privilegio di vivere noi.
Si deve avere il coraggio di non aver paura.
Consentitemi un’ultima citazione. Il saggio cinese Lao Tzu {VI secolo a. C.) diceva: “Ciò che il bruco considera la fine del mondo, il resto del mondo la chiama farfalla”.
Noi rotariani abbiamo il dovere, chiamiamolo pure missione, di pensare positivo.
Dobbiamo trarre ispirazione dal nostro prestigioso passato, operando con successo nel presente, determinati a porre solide basi per un domani che auspichiamo colorato… da milioni di farfalle.
Al Rotary Club MILANO PORTA VERCELLINA grazie di esistere, con l’augurio di festeggiare almeno altri quarant’anni al servizio della società e di coloro ai quali la sorte ha riservato meno fortuna.
Via San Paolo 10 20121 Milano (MI) presso Società del Giardino
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+39 3358080574