Parte 1 – La ricerca
Come redigere un curriculum efficace
Il curriculum
Il curriculum è un’autocertificazione scritta per illustrare il proprio percorso formativo e professionale. Esso solitamente contiene una parte squisitamente informativa (nome, età, ecc…), una dedicata alla formazione, una alle esperienze lavorative, ed altre sezioni sulle skills tecniche e personali (ovvero le soft skills). Il curriculum vitae, è il primo punto per convincere il futuro eventuale datore di lavoro che sei la persona adatta a ricoprire quel ruolo.
Esistono in internet svariati esempi di modelli precompilati o formati da compilare, che si riferiscono anche al “CV nel formato europeo”.
È bene chiarire fin d’ora che non esiste un modello perfetto, ogni situazione richiede la stesura di un documento ad hoc; è fondamentale, dunque, informarsi e comprendere quali siano le competenze ed il percorso richiesti per quel tipo di lavoro. Un banale esempio: se si è in cerca di un lavoro come impiegato, si può evitare di scrivere che in passato si è svolto il lavoro di cameriere (lavoro di per sè rispettabilissimo), cercando piuttosto di far emergere esperienze significative più in linea con la posizione per cui si concorre, quale (sempre ad esempio) un corso di lingua straniera o la padronanza di determinati software utilizzati dal potenziale datore di lavoro.
Un primo consiglio per un curriculum vincente è l’aggiornamento costante, con l’inserimento delle ultime esperienze formative o lavorative.
Un secondo consiglio è dato dalla semplicità, la lettura del curriculum deve essere agevolata, bisogna prestare particolare attenzione anche all’aspetto grafico ed alla formattazione del testo che deve essere sempre ordinato. In particolare sarebbe bene:
- rispettare l’ordine cronologico dei contenuti professionali e dei percorsi di formazione
- usare lo stesso carattere, evitando di scegliere alcuni molto stilizzati
- non superare le due pagine
- tenere un perfetto uso della grammatica.
Se il curriculum vitae è poco chiaro, contiene errori, refusi o troppe informazioni confuse, può distogliere dall’intenzione di contattare il candidato.
Al curriculum è opportuno allegare una foto preferibilmente “formato tessera”, od in mancanza di essa, un primo piano recente, con sfondo neutro. Sono certamente da scartare tutte le foto artistiche o quelle in cui il volto non è visibile.
Un terzo consiglio è badare bene alla completezza delle informazioni.
Queste informazioni non possono assolutamente mancare:
- referenze
- formazione e titoli di studio
- nome del datore di lavoro
- durata delle esperienze lavorative
- ruolo ricoperto
- principali mansioni e responsabilità
- risultati ottenuti
- liberatoria in riferimento al GDPR privacy
Un quarto consiglio è non barare mai, soprattutto su un documento verificabile come il curriculum. Oggi grazie ai sistemi informatici, i social network (es. linkedin) od una semplice indagine, è facile far emergere incongruenze o falsità.
Quinto consiglio provare a procedere ad una autovalutazione ponendosi la seguente domanda: “Il curriculum evidenzia chiaramente e rapidamente i miei punti di forza?”
È certamente utile rileggere quanto redatto in due diversi tempi.
Primo momento: verifica della leggibilità
La forma deve essere funzionale al contenuto e facilitare un accesso rapido all’informazione utile per chi esamina la candidatura.
1. L’esaminatore può accedere rapidamente all’informazione che gli interessa?
2. Quali informazioni emergono dal curriculum: competenze, profilo, esperienza?
3. Il testo è di facile lettura?
4. Si distinguono bene le diverse parti che compongono il curriculum?
5. Sono valorizzati i punti di forza con un utilizzo corretto dello spazio e della grafica?
Secondo momento: verifica del contenuto
6. Quali sono i punti di forza, in relazione all’offerta di lavoro, sono sufficientemente evidenziati?
7. Il curriculum sottolinea le competenze affinché coincidano con le esigenze dell’offerta?
8. I risultati raggiunti con i lavori svolti recentemente risultano evidenziati?
9. La scelta di presentazione (cronologica o tematica) è quella che valorizza meglio i punti di forza?
Se il documento risponderà ai quesiti sopra indicati si sarà redatto un soddisfacente curriculum.
IL COLLOQUIO DI LAVORO
Le note che seguono sono pensate per chi dovrà affrontare un colloquio di lavoro per la ricerca del primo impiego, e trascurano di conseguenza di occuparsi degli aspetti legati alle precedenti esperienze lavorative.
Se cercate con Google “Colloquio di lavoro” trovate una vasta e interessante scelta di siti che danno consigli su come prepararsi ad affrontare un colloquio di lavoro.
Sono certamente utili, anche perché generalmente prodotti da aziende di formazione e selezione del personale o da consulenti del lavoro.
Vogliamo qui però aggiungere qualche parola per aiutarvi a sviluppare una vostra strategia, non solo basata su procedure consolidate.
Ricordatevi che probabilmente chi vi esaminerà ha a sua volta consultato i suddetti siti.
Ecco quindi alcuni stimoli su come prepararsi sulle probabili tematiche del colloquio.
CURRICULUM
(v. capitolo su questa guida – pag. 3)
Visto che l’intervistatore avrà davanti a sé il vostro CV, e facilmente inizierà con una domanda sullo stesso, siate ben sicuri di ricordarvi quanto avete scritto (ripassatelo la sera prima).
Cercate prima del colloquio di raccogliere tutte le possibili informazioni sulla Società che vi intervisterà (dallo Studio professionale alla grande azienda) per capire lo spirito con cui questa si muove sul mercato (“la nostra mission”). Questo vi aiuterà a rispondere meglio alla domanda: “per quale motivo si è rivolto alla nostra Società?”, cui cercherete di rispondere per quanto possibile sottolineando la convergenza tra la “mission” di detta Società e i vostri personali interessi.
Voi forse avete inviato un centinaio di CV ad altrettanti indirizzi, sperando in una risposta positiva da qualunque parte essa provenga, ma non è necessario dichiararlo.
Se alla voce “conoscenza lingue” avete risposto ad esempio: inglese scolastico, ma siete interessati a migliorarne la conoscenza, come raccomandiamo vivamente, precisate: mi sono iscritto a un corso di inglese, o simile, per migliorare, e FATELO!
CULTURA GENERALE
Alcune volte l’intervistatore ha particolari interessi socio/culturali e vi potrebbe chiedere: “Qual’è l’ultimo libro che ha letto?”. In tal caso vi conviene prepararvi una risposta, magari, se non lo fate da tempo, leggendovi in preparazione un breve libretto, anche perché la domanda successiva potrebbe essere: “Che cosa ne pensa?”.
MOTIVAZIONE
Il discorso, trattandosi di primo impiego, è abbastanza ovvio, ma riteniamo sia importante sottolineare che in ultima sintesi quello che vi proponete è di imparare a far BENE un mestiere, acquisendo competenze, il che si traduce in “professionalità”.
La mancanza di professionalità è oggi purtroppo un fattore di mancato sviluppo personale e collettivo che penalizza molti dei nostri ambienti.
PREGI E DIFETTI
A voi la scelta!
Attenzione, è chiaro che oggi ogni azienda valorizza il lavoro in team, ma se voi al capitolo “pregi” rispondete: “mi piace lavorare in team” dimostrate di avere letto il capitolo domande/risposte di una guida al colloquio, anche perché probabilmente non vi è mai capitato di lavorare in team.
Trovate quindi una caratteristica positiva che soddisfi tale esigenza aziendale con altre parole, ad esempio: “ho facilità di rapporti con le altre persone” oppure “mi piace rendermi utile agli altri”.
Analogamente trovate un difetto “innocuo”, che non suoni come “non ascolto quello che mi dicono gli altri” oppure “sono piuttosto testardo”, che cancella qualsiasi sintomo di flessibilità (altra caratteristica altamente ricercata).
… LE FAREMO SAPERE
Ora tirate un bel respiro, come facevate prima degli esami, ed affrontate il vostro colloquio rilassati, pensando che forse voi siete nella media, ma che anche i lavori offerti non richiedono Fermi o Einstein.
La vostra spontaneità vi farà vincere… prima o poi.
“… le faremo sapere” non è di per sé una risposta negativa. Nessuno vi butterà le braccia al collo al primo colloquio, ma vorrà del tempo per valutare i diversi candidati.
E se anche la risposta fosse poi negativa, proseguite con lo stesso entusiasmo, non mollate!
La tenacia è anche una delle caratteristiche necessarie per riuscire, nel lavoro come nella vita.
Cosa (non) fare durante il periodo di prova
Il periodo di prova, è un periodo di lavoro definito nella durata dal Contratto Nazionale di riferimento applicato dal datore di lavoro, che ha inizio con la regolare assunzione. Il patto di prova deve risultare nella lettera di assunzione.
La sua funzione è quella di verificare la capacità professionale del lavoratore e la sua idoneità alle mansioni che dovrà svolgere.
È però possibile che datore di lavoro e lavoratore si accordino perché l’assunzione sia immediatamente definitiva, con esonero del lavoratore dall’obbligo del periodo di prova. Le parti, inoltre, possono concordare un periodo più breve di quello indicato dal CCNL. Non è previsto che il periodo di prova possa superare i limiti previsti nel CCNL di settore, nè che possa essere prorogato.
Nel corso del periodo di prova l’azienda può licenziare il lavoratore in qualsiasi momento senza obbligo di motivare il licenziamento; parimenti, il dipendente, può dimettersi in qualsiasi momento (salvo diverse disposizioni previste dal CCNL), senza obbligo di preavviso e/o motivazione. In questo caso il lavoratore dovrà far convalidare le dimissioni presso il Centro per l’impiego competente per territorio.
Capito di cosa si tratta, è necessario sapere anche come gestire il periodo di prova. Durante questo periodo si decide del tuo futuro lavorativo. Ecco allora qualche consiglio su come affrontarlo.
Durante il periodo di prova lavora al massimo delle tue potenzialità, dimostrando voglia di fare e determinazione. Il datore di lavoro sarà felice di vederti reattivo e propositivo. Cerca di non assentarti dal lavoro, salvo gravissimi problemi, non chiedere quante Ferie/ROL/Ex Festività… disponi e quando potrai goderle, sii sempre puntuale.
Non avere comportamenti che potrebbero far pensare che non sei interessato al lavoro.
Impara subito i nomi e le mansioni di chi lavora con te, chiedi copia dell’organigramma del tuo ufficio al tuo responsabile gerarchico o all’ufficio del personale, così potrai chiedere aiuti o consigli alle persone giuste. Se hai dubbi, chiedi, ma non porre domande di cui potresti avere facilmente la risposta usando la normale diligenza, tieni ordinata e pulita la tua postazione lavorativa. Ricorda di avere ottimi rapporti con i colleghi ma anche, che non sono i tuoi amici, sii sempre riservato e discreto. Abbi spirito di squadra, mostrati disponibile e servizievole se qualcuno ti chiede aiuto. Si presenterà sicuramente l’occasione in cui la tua cortesia sarà ricambiata.
Prima di prendere servizio chiedi copia della policy aziendale e del regolamento, motivando la richiesta con la volontà di studio delle stesse. Normalmente, sia che si tratti di un lavoro impiegatizio od operaio, c’è sempre un giusto dress code e quindi, nel silenzio della policy aziendale è sempre bene presentarsi in abito e cravatta per gli uomini, evita di essere eccentrico nei colori o negli accessori, per le donne evitare minigonne od abiti eccessivamente succinti, non siete ad una sfilata di moda.
Conoscere la storia del proprio datore di lavoro e la categoria di merci/servizi che tratta è del tutto fondamentale, indipendentemente dalla propria funzione in azienda.
Ricorda di crearti, su base giornaliera e settimanale, una lista di attività e di priorità e concordarla con il tuo superiore gerarchico, per capire se sono in linea con le sue aspettative e con le esigenze della organizzazione.
Questo vuol dire dimostrare sin da subito di avere un atteggiamento proattivo e non di aspettare, in una logica passiva e di attesa, che qualcuno ti dica cosa fare. Ricordati anche di mantenere il superiore gerarchico costantemente informato sulle tue attività, puoi farlo, ad esempio, scrivendo una mail riepilogativa, o chiedendo un veloce (!) incontro.
Dimostra sin da subito flessibilità, pazienza e capacità di adattamento, fermati oltre il normale orario di lavoro se necessario, e se non confliggente con la policy aziendale, ma non fare le “ore piccole” potrebbe essere letto come un sintomo di lentezza. Ricordati, anche, di non fare confronti con le tue aspettative o con lavori precedenti, non è questo il momento giusto per svelare aspetti organizzativi migliorativi. Se sei stato chiamato a portare dei cambiamenti, è sempre importante fare nuove proposte in maniera costruttiva, scegliendo il momento ed il contesto giusto, dopo avere capito davvero il funzionamento di quella organizzazione e perché sono state fatte alcune scelte del passato. Il tutto, possibilmente, senza emettere giudizi sul passato.
Sembrerà una banalità, ma assolutamente, in orario di lavoro bisogna tenere spento il proprio cellulare personale, non effettuare o ricevere telefonate e mail che non siano pertinenti l’attività lavorativa. Concentrati sul lavoro, lasciando fuori dall’ufficio problemi, desideri e quant’altro che possano influire sulla tua performance. A nulla importa la diversa consuetudine dei nuovi colleghi, sei assiduo fumatore o bevitore di caffè? Se non invitato ad una pausa dal superiore gerarchico non prendere iniziative.
Nel caso in cui si commettano degli errori è meglio dichiararli subito, invece di provare a nasconderli, negarli o cercare di risolverli da soli. Gli errori, soprattutto nelle prime fasi, sono inevitabili, ma è importante gestirli con spirito costruttivo, onesto e cercando di capire quali apprendimenti possono generare per il futuro. Ricordati che gli strumenti di lavoro, PC, internet, mail, cellulare che l’azienda ti ha fornito sono di sua proprietà e sono stati messi a tua disposizione per svolgere il tuo lavoro quotidiano in azienda. Ne è quindi vietato un uso personale, non dimenticarlo; un uso improprio può essere sanzionato dal datore di lavoro.
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